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venerdì 14 settembre 2012

PICCOLI RACCONTI DI FANTASIA


Sono piccoli racconti di fantasia che potreste raccontare ai vostri figli , la sera quando vanno a letto ,perché i bambini hanno bisogno di sognare e fantasticare per rendergli la vita
più bella e allegra.
I bambini sono dei grandi sognatori, la loro mente corre lontano ed amano tanto farsi
raccontare dalla mamma, dal papà e talvolta dai nonni racconti fiabeschi ,e poi ti fanno
tante domande, perché ormai sono entrati in quel mondo fantastico e cercano ,con i loro
perché ,di capire ancora di più e di sognare ancora di più. Almeno è questo che mi succedeva
quando ero piccola. Mi piacevano tanto quei racconti della mamma per farci mangiare
la minestra, era tutto molto bello. Adesso  non si ha mai tempo , sono tutti indaffarati
tra  il lavoro, la palestra ecc. ecc.ed i bambini sono costretti  ad inchiodarsi davanti al
televisore e vedere i cartoni animati,che  certe volte sono   poco educativi,perché troppo
violenti.


L'ORTO DI NONNO ANTONIO

Il nonno Antonio aveva un bell'orticello dove coltivava
tanta e tanta verdura per la sua famiglia e soprattutto
per i suoi tre nipotini.
In occasione della festa della mamma, invitò
i suoi nipotini a casa per preparare un pranzo a sorpresa
per le mamme.
Il nonno era così felice per questa sua idea!
E allora disse: vediamo di farci venire un'ispirazione!
E rovistando in un cassetto trovò un libro con una copertina
tutta rovinata che non si riusciva a vedere nemmeno il titolo.
Quando lo aprì, spalancò gli occhi quando lesse che si trattava
proprio di un libro di cucina ed era proprio quello che ci voleva 
in quel momento.



E così disse ai suoi nipotini: scegliete le vostre ricette.
Marco scelse la ricetta:Pasta con le zucchine!!!
Mentre Loris: Bocconcini di pollo con insalata di verdure, che il nonno
la chiamò trionfo di verdure, perché andò nel suo orto a raccogliere
tutte le varietà di verdure che aveva: lattuga, carote, sedano, finocchio,basilico,
ravanelli, puntarelle,peperoni,fragole ,albicocche e delle piccole mele rosse.
Ed infine toccò al più piccolo, Andrea che scelse: spiedini misti di frutta.
Tutti si misero all'opera!!
Il nonno per primo incominciò a lavare, pulire e tagliare tutte le verdure,
e la frutta, aiutato dai suoi tre nipotini.
Mentre il nonno preparava il primo ed il secondo piatto, i bambini tutti
insieme felici, iniziarono a tagliare finocchi, ravanelli e carote. Poi unirono
la lattuga verde tutta bella tagliata a striscioline e per finire aggiunsero
le puntarelle . Unirono tutte queste belle verdure e le misero in una
grande scodella colorata. Erano felici, perchè stavano preparando
il pranzo per le loro mamme!!!
Dopo presero degli stecchini di legno lunghi e si sbizzarrirono a preparare
spiedini di frutta e di verdura di ogni tipo.
Alternarono pezzetti di pomodoro con basilico e mozzarella, pezzetti di
peperoni gialli e rossi , con quadratini di formaggio fresco e ravanelli.
Questi erano spiedini di verdure, mentre quelli della frutta, tagliarono
a tocchetti fragole, melone,mela e banana. Infilarono alternando
pezzetti di frutta con una spruzzata di cacao. Il nonno li guardava
affascinato e felice. In effetti la preparazione era molto gustosa e
fresca e per di più molto allegra con tanti colori del suo orto.
In tutto ne fecero una trentina li misero tutti allineato su un vassoio 
al centro della tavola dove il nonno aveva già apparecchiato con
una bella tovaglia ricamata, con bicchieri colorati e posate.
Il nonno disse: credo che faremo un figurone!!
Aggiunsero i bambini: Tutto preparato da noi!!
Esclamò il nonno: E io non ho fatto niente?
Allora ebbero un'attimo di esitazione e poi scoppiarono tutti a ridere.
Erano tutti soddisfatti!! Il nonno con un dolcissimo respiro disse:
- vorrei avere tante giornate come queste, giornate di allegria e di dolcezza
con i miei nipotini e i miei figli cucinando sempre la frutta e la verdura
del mio orto. Sentirono ìil rumore della porta aprirsi, erano le mamme!
Tutti a gran voce gridarono: Auguri , oggi è la vostra festa ed il
nostro regalo è stato quello di prepararvi il pranzo, ovviamente aiutati
dal nostro nonnino!!!
Le mamme rimasero sorprese e felici  abbracciarono con amore ed affetto
i loro piccini.
La felicità è fatta di piccoli gesti!!!










Sta arrivando il freddo, l'aria sta diventando giorno, per giorno sempre
più fredda. Addio alle belle giornate tiepide di sole. Il cielo è sempre
nuvoloso e guardando questi nuvoloni dalla finestra, prendono svariate
forme di oggetti, animali e cosa. Bello guardare il cielo ,in questo periodo,
ci puoi inventare storielle di ogni tipo!
Arriva l'inverno, arriva la prima neve, la pioggia e il vento spazzino, lo chiamo
così perché porta via tutte le foglie secche dagli alberi e tutto quello che incontra.
La prima nevicata infonde nei cuori dei piccoli e dei ragazzi tanta gioia e
allegria. Pensano subito che la mattina seguente non si va a scuola e possono
stare un po' più al calduccio del letto, mentre la mamma in cucina prepara la
colazione con biscottini e torte. Che profumino !!!
Sono felici, perché la neve mette allegria e possono fare palle di neve e
giocare scherzosamente con i loro amici.
La neve arriva quasi sempre di notte, quando l'aria diventa ancora più fredda,
ed al mattino si trova la bella sorpresa!! Tutto coperto di bianco come un
tappeto incantato, tutto è silenzio, tutto è calmo!!
A tutto questo solo i grandi sono più arrabbiati e preoccupati!
Il papà trova difficoltà ad uscire con la macchina dal garage,per recarsi
al lavoro. Ci sono parecchie persone che non possono lavorare, come il
carpentiere, il contadino, il boscaiolo ecc. ecc. Mentre noi donne cerchiamo
di mettere sempre la toppa a tutto, cerchiamo di rendere l'aria di casa più
armoniosa e festosa preparando qualcosa di buono.
Adesso vi racconterò una bella storia che riguarda proprio questo periodo
e gli darei il titolo di:

IL GATTINO SMARRITO

 C'era una volta...... tanti e tanti anni fa....
Quando il freddo dell'inverno si faceva sentire sia dagli animali e
sia dalla povera gente, che non avevano di come riscaldarsi.
Non c'erano riscaldamenti o stufe elettriche, ma soltanto un piccolo
focolaio dove bruciavano la legna raccolta in campagna o nei boschi.
Edoardo era un bambino affettuoso e sensibile ed abitava in una piccola
fattoria insieme ai suoi genitori. C'era un pollaio, un cavallo, una mucca,
un maialino, un cane da guardia ed alcune pecorelle.
In una fredda notte d'inverno, quando l'aria era rigidissima, incominciò
a nevicare. Ogni tanto si sentiva il rumore della neve che scivolava giù
dai rami degli alberi e dava la sensazione dei passi di grosse scarpe.
Edoardo,stava nel suo letto, e sentendo questi rumori, incuriosito,si
alzò per guardare dalla sua finestra . Rimase incantato dalla neve e decise
di uscire fuori per toccare con mano i fiocchi di neve.
Calzò gli stivali di gomma del padre, mise un grosso mantello di lana sulle spalle,
prese la lampada e uscì pian pianino per non farsi sentire dai suoi genitori.
C'era neve dappertutto,  e si sentiva il muggire della mucca e il belare delle
pecorelle , il nitrito del cavallo, il grugnire del maiale, i battiti d'ali delle galline
ed infine un miagolio lamentoso di un gattino. Attratto da questo lamento
cercò di sentire da dove provenisse. Con la lampada cercava tra la siepe
ed alcune casse che si trovavano  vicino allo steccato. Intravide un batuffolo
morbido e nero dove spiccava due occhioni lucenti, era un gattino appena
nato. Edoardo lo prese tra le braccia e lo accarezzò, ma a quel punto voleva
trovare anche la mamma per metterla in salvo. Vide in fondo ad un grosso tubo la
mamma gatta con altri due gattini, e, allora corse nel casolare, prese un
cesto grande e ci appoggiò la mamma gatta con i suoi cuccioli e li portò dentro
casa. La cucina era la stanza più confortevole e più accogliente della casa,c'era
il camino ancora caldo e, Edoardo adagiò il cesto vicino al camino e per 
coccolarli di più li coprì con una sua maglietta, e andò a dormire.
La mattina seguente i genitori trovarono la sorpresa!
Furono così felici e contenti e sopratutto orgogliosi del loro figlio!
La mamma allora preparò una bella torta alle mele per accogliere con tanta
allegria il loro figlioletto al suo risveglio.
Intanto preparò tre ciotole di latte ai tre gattini, mentre la mamma gatta
la addolcì con una bella fetta di torta.
Edoardo si svegliò e corse dalla sua mamma e l'abbracciò  e disse:
- Mamma stanotte ho salvato i gattini, perdonami,però se sono uscito
 fuori da nascosto. La mamma lo accarezzò e poi chinandosi per dargli
un bacio, gli disse: Per questa volta sei perdonato!!
Noi tutti dovremo fare di più per salvare, curare e proteggere gli
animali.
Io ho un cane, si chiama Rudy, prima non avevo mai avuti animali in
casa e non sapevo quanto affetto e quanta soddisfazione che ti poteva
dare un amico a quattro zampe.





Ecco una bella storiella del periodo autunnale!!! Parliamo della zucca, ho fatto
una riflessione che oltre ad abbinarla alla festa di halloweenn non gli abbiamo
dedicato una vera storiella e, quindi vi propongo stamattina questo bellissimo
racconto: 
LA ZUCCA MAGICA

C'era una volta...............tanti anni fa..........
Un vecchio contadino  era solito seminare i semi di zucca nel suo campo,ogni anno
nel periodo estivo, per poi avere nel periodo autunnale un campo pieno di zucche
 di varie forme, belle come il sole.
La maggior parte le portava al mercato e le vendeva mentre le altre le regalava 
ai suoi figli e naturalmente ai suoi nipotini.
Il vecchio contadino era fiero delle sue belle zucche, tanto che tutti i bambini,
curiosi, andavano a visitare il suo bel campo di zucche.
Gaia , una delle sue nipotine, un giorno insieme ad una sua amica,va a casa del nonno 
per portargli una focaccia  alla zucca che la mamma gli  aveva preparato. 
Apre l'uscio di casa,appoggia il cestino con la focaccia sul tavolo della cucina e scappa 
subito nel campo,per far vedere alla sua amica  le zucche del nonno.
I suoi occhi scoprono una meraviglia della natura ; una grossa zucca colorata, che
luccica tra l'erba. Rimane impressionata di tanta grandezza e si avvicina di più
per guardarla e osservarla. Felice pensa di portarla a casa, e farla vedere ai suoi
genitori e ai suoi fratelli. Ma è così grande che non riesce nemmeno di abbracciarla.
Gaia e la sua amica sono così felici che pensano subito di svuotarla e incidere 
gli occhi e la bocca e prepararla per festeggiare la sera di halloween. 
Ma non sanno come portare a casa quell'enorme zucca.
Si avvicinano di più per guardarla  meglio  e si accorgono che ha tanti  fori come
delle finestrelle. Ed esclamano:
- Sarà una zucca tarlata??
Ma in quel momento sentono una vocina!! E' un bruco che affacciatosi
da uno di quei fori gli  risponde:-  No, non è tarlata sono solo piccole finestre
per farci passare l'aria!!!  Questa è  la mia casa !
Gaia e la sua amica, in quel momento si sentono un po' frastornate, perché non 
riescono a capire da dove venisse quella vocina.
Ed allora Gaia guarda  attraverso quei buchi, e che cosa gli salta agli occhi? 
Vede una casa splendente dove ci sono tanti fiori colorati che spuntano dal pavimento,
 tanti uccelli felici che cinguettano sui rami e ci sono ancora tante lanternine accese 
che pendono dal soffitto, e tutta la famiglia famiglia dei bruchi  riunita per festeggiare la notte
di halloween, elevando canti di gioia.
La zucca è una casa magica, di tranquillità e di serenità, dove tutto è amore.
Proviamo anche noi ad essere più bravi e più pazienti soprattutto per avere
anche noi una zucca magica.

Con l'autunno arriva anche la vendemmia, è bello avventurarsi in campagna a
cogliere l'uva nei filari...........o meglio portare in questo racconto la suggestione
naturale di una giornata di vendemmia.......





Il titolo di questo racconto è: " TUTTI A VENDEMMIARE"
Di solito l'autunno mette un po' di malinconia, per le sue giornate calme e
quiete,l'aria incomincia ad essere più fredda, ci sono i primi temporali
autunnali, cadono le prime foglie, ma a tutto ciò per rallegrare i cuori dei
grandi e piccini ci pensa la vendemmia.
Tanti e tanti anni fa, in quei giorni dedicati alla vendemmia la famiglia
Rossi radunava tutti i bambini del vicinato li caricava su di un carretto
trainato da una mucca e partivano di buon mattino alla volta del vigneto.
La strada era già lunga, e la povera mucca Carolina che trainava il carretto
andava a passo di formica,e, quindi  ci volevano alcune ore per arrivare in campagna.
Giunti sul posto i ragazzi con i cesti  coglievano l'uva nei filari e si sentiva
tra una fila e l'altra un grande baccano, le risate dei ragazzi, le contadine, 
coperte da capo a piedi, con gonne lunghe e camicie con le maniche lunghe e il capo coperto
con grandi fazzoletti di stoffa colorata. A prima vista sembravano così buffe
e solo a guardarle ti facevano  ridere.Le contadine con le forbici tagliavano
i grappoli d'uva e riempivano cesti e tinozze in un batter d'occhio.
Arrivati a mezzogiorno tutti si riposavano e facevano merenda, con pane
e frittata oppure con patate fritte e uova a "occhio di bue". Era il momento
più solenne , si stendeva per terra una tovaglia per metterci il cesto della
merenda e poi prima di sedersi ognuno andava a lavarsi le mani .
Dopo si continuava fino a sera e si ritornava a casa sull'imbrunire.
Dopo i giorni di raccolta si procedeva per la pigiatura dell'uva.......
Era la cosa più divertente e più spensierata per i ragazzi.
Susi che era la più piccola, passava intere giornate in cantina a pigiare l'uva. 
Naturalmente prima di salire sul pigiatoio, penso che si chiama così,che era 
un tavolo  di legno chiuso a tre lati con l'apertura sul lato più piccolo, i ragazzi si
lavavano i piedi nelle conche di rame e dopo era un godimento saltellare
e affondare i piedi fino ai polpacci nei chicchi d'uva, facendo gran chiasso
e ridendo a crepa pelle. Erano  altri tempi, oggi c'è la pigiatrice che è una
macchina per schiacciare l'uva facendola passare fra due rulli.
Ogni tanto i ragazzi stanchi, si riposavano e quindi, quando scendevano dal
pigiatoio i piedi grondavano di succo d'uva  ed erano diventati color porpora.
La famiglia Rossi, ogni anno era di rito che riuniva tutti i ragazzi del vicinato
e li portava  in campagna a vendemmiare per dare loro l'opportunità di trascorrere
giornate di divertimento e di gioco, anche se in fondo era un lavoro, in modo
che la vendemmia restasse per sempre nei loro cuori come un ricordo d'infanzia
da poter raccontare . I bambini di oggi sono ben lontani da queste esperienze così 
salutare e belle.






Dopo un po' di riposo, eccomi qua a raccontarvi un'altra bellissima e simpaticissima
fiaba. Il titolo è "LA BOTTE DI FERRO"



C'era una volta, tanti e tanti anni fa ........
Un re fifone, che non sapeva affrontare i pericoli della guerra e del nemico.
Ogni qualvolta che c'era una guerra da combattere, mandava i suoi ufficiali,
mentre lui per la paura cercava di trovare un posto sicuro per nascondersi,
fino a quando i suoi ufficiali tornavano dalla guerra. Era un re dal carattere
debole e  fragile per questa sua codardia non dormiva la notte.
Una mattina si svegliò di buon mattino, chiamò il suo servo e gli disse:
- Cercami un fabbro bravissimo e fallo venire subito a corte !!
Il suo servo dopo un'arguta ricerca trovò il fabbro e lo presentò  al re.
Il re contentissimo gli disse: tu sarai ricompensato se mi costruirai una botte
tutta di ferro, della mia altezza, che si chiude al di dentro con la chiave. Ma deve 
essere così robusta che nemmeno le cannonate la possono rompere! 
Il fabbro rispose: farò di tutto per accontentarla!
Detto fatto la botte di ferro fu costruita e consegnata al palazzo del re.
Era facilissimo entrare  nella botte e  una volta che si chiudeva dentro con la chiave, 
chi stava fuori non riusciva più ad aprirla.
Un giorno, i suoi soldati andarono al castello per informarlo che in paese, la
gente era in rivolta, perché non avevano da mangiare e che aveva perso la
guerra, ma il re rispose:
- Sbrigatevela voi, perché tanto sono in una botte di ferro!
Il palazzo reale fu invaso dalla povera gente e dal nemico e portarono via
tutto, tranne la botte di ferro. Nessuno fu  capace di aprirla, finché giunse
il fabbro che l'aveva fabbricata insieme ai suoi fratelli. Ma anche lui con
botte di fucili e picconate contro quel ferro durissimo ogni cosa era vana.
Alla fine decisero di rovesciarla, e così il re diventato rosso e di tutti i colori,
non ne poté più e disse: Ho tutto il sangue alla testa, raddrizzate la botte!
Il fabbro ed i fratelli allora risposero: se non apri con la chiave, noi non 
raddrizzeremo la botte!
- E così il re grasso e grosso come era,non sapendo più che fare, 
si sentiva scoppiare la testa, decise di aprire la botte.
Quando lo tirarono fuori, per punizione, perchè aveva abbandonato il suo
popolo lo chiusero in cella, mentre il fabbro divenne il comandante di
quel paese.
Questa fiaba ha due significati che sono:
Stare in una botte di ferro, vuol dire stare al sicuro da tutto e da tutti.
Un comandante o un re anche nel pericolo non può mai abbandonare
il suo popolo,deve rimanere fino all'ultimo, perché è il suo dovere. 


Prima di tutto vi ringrazio di cuore per tutto l'interesse che avete per i miei racconti,
vedo che siete numerosi e questo mi fa molto piacere. Oggi vi propongo un viaggio
nella natura, perchè in questo periodo è quello che ci vuole, per scaricare tutte le
tensioni e le ansie che accumuliamo giorno per giorno. Fantastichiamo un po' e
portiamo la nostra mente ed il nostro pensiero lontani, in una calda giornata di Maggio,
di tanti anni fa, dove il sole sorrideva  nel cielo blu...........



Era un pomeriggio di una calda giornata di Maggio,e decidemmo tutti insieme di
fare una bella passeggiata giù per la valle. Nell'aria si sentiva il ronzìo delle api,
un leggero fruscìo di foglie e lo scalpiccìo delle nostre scarpe. Lungo il sentiero
vi era una grande pace, ed eravamo gli unici a parlare in sordina tra noi.Sui fiori
e sull'erba volavano  farfalle,  libellule e cicale e tutte insieme suonavano una
grande orchestra  fatta di gorgheggi e suoni . Da un ruscelletto si udiva lo scroscio
dell'acqua che scendeva giù per la valle. Era una melodia festosa, accompagnata dal
canto degli uccelli. Camminando per quei viottoli si sentiva un debole venticello che
portava via e diffondeva nell'aria i pollini dei fiori. Passando davanti ad un casolare
all'improvviso sbucarono tra le foglie ai piedi di un albero delle lucertole, che sono le
prime ad avvertire la bella stagione, e si misero a godere il bel sole su di un muretto.
Mi sembrava una vera festa della natura!
Quando le giornate piano, piano, incominciano a diventare più lunghe e più calde,
è sempre un piacere per noi e soprattutto per gli animali, uscire dal proprio guscio
per godersi il primo caldo.
Tutti gli animali in letargo, si risvegliano dal lungo inverno e tutti come d'incanto
cercano il sole . Che delizia sono le giornate di primavera!!! Esclamò:
Gisella. Da oggi in poi possiamo fare belle scampagnate in campagna e  divertirci
all'aria aperta. rispose:  Carlotta.. E proseguendo questa stupenda passeggiata,
le sorprese non finirono ancora; da un grosso tronco sbucò un tasso che si divincolò
tra l'erba alta, ed io lo riconobbi dalla striscia bianca che aveva sul capo. In quel
momento ero così emozionata, che sorridevo per l'allegrezza.
La cosa più bella fu quando vedemmo passare davanti ai nostri occhi ,mamma anatra
con il suo piccolo esercito  di anatroccoli che camminavano come se volassero sull'aia,
aprendo le piccole  ali, per raggiungere la mamma, e facendo un concerto di qua, qua, qua . Guardarli  erano bellissimi, mi sembravano dei batuffoloni morbidi e variopinti.Eravamo
felici di questa passeggiata, tutta insolita e imprevista, che purtroppo stava volgendo alla fine.........
Ed abbiamo detto: le cose più belle e piacevole giungono sempre di sorpresa!!!
Il profumo dei fiori campestri e di quell'erba selvatica ci dava una carica di allegria e di felicità. Tutto era bello in quella calda giornata di Maggio!!!!




Questo è un racconto di un fatto realmente accaduto tanto tempo fa, quando le strade
 erano poche illuminate, tante persone lavorano fino a tardi per finire un lavoro per
 consegnarlo il giorno dopo. La vita era molto più semplice, e proprio quella semplicità
che manca ai giorni nostri, quelle serate d'estate calde, dopo cena si passava un po' di
 tempo, tutti in gruppo, mamme, bambini, e  i nonni raccontavano storielle lontane e fatti
di fantasmi.
Noi bambini stavano tutti lì, con il nasino in su , seduti chi sopra un gradino e chi su
qualche seggiola, mi ricordo che a volte per stare più comodi ,portavamo la sediolina
 da casa, per acoltare tutte quelle storielle  incredibili che i grandi dicevano ,
senza perdere un colpo. E dopo quando la nonna diceva: si è fatto tardi,si va a dormire,
noi bambini suggestionati e colpiti da quei racconti così interessanti, avevamo paura di
fare un  metro di strada per tornare a casa. Tanto tempo fa si credeva molto ai
fantasmi, agli spiriti buoni e quelli cattivi, forse perchè la sera  era tutto buio, non si
riusciva a vedere niente e, quindi ogni rumore o un fruscio si aveva subito paura.

Questo racconto riguarda un giovane sarto che abitava in periferia , però
la sartoria si trovava al centro del paese.Possiamo darle il titolo di: 
IL SARTO E IL GALLETTO BIRICCHINO


Si stavano avvicinando le feste di Natale, c'era più lavoro in sartoria, perchè tanti anni
fa , la maggior parte delle persone,si facevano cucire i vestiti. Una sera decise
di rimanere a lavorare nella sua bottega un po' più del solito, per riuscire a completare
un vestito , che il giorno dopo sarebbe passato il suo cliente a ritirarlo. Cuci e ricuci si 
fece tardi, era quasi mezzanotte, chiuse la bottega per far ritorno a casa.
La strada era deserta e poco illuminata, ma lui con grande coraggio camminava e
canticchiava una canzone per non avere paura. Fin qui tutto bene !Ma poi il gioco
si fece più duro.
Siccome lui abitava fuori dal paese la strada si fece ancora più buia, si
poteva vedere un lampione ogni 500 mt. con una luce così tenua che non si vedeva
ad un metro. Ed allora il giovane sarto,all'inizio si fece più coraggio per affrontare
quel buio infernale,  avanzò il passo e con grande spirito di volontà cercava
di scacciare ogni pensiero cattivo. Stava quasi per arrivare a casa, mancavano 500
metri, quando sentì un fruscio tra la siepe. Lui cercò di resistere e camminava con
passo svelto, ma poi un galletto biricchino spuntò da un fienile, che si trovava, di
lì a poco dalla strada ed emise un chicchirichì. A quel punto avvolto dalla paura,
si mise a urlare e a dire: aiutatemi! aiutatemi .i fantasmi!
Svegliò tutto il vicinato. E corsero tutti per aiutarlo, lo fecero sedere, perchè
non si reggeva in piedi per la paura e gli diedero un bicchiere d'acqua per buttare
giù lo sgomento. Dopo ,quando si calmò lo accompagnarono a casa.
Il giorno dopo divenne lo zimbello della zona, e tutti quelli che lo incontravano
dicevano:" Hai avuto tanta paura, ah ah ah!! Ma gli spiriti non esistono, sei
 così giovane e sciocco da credere a queste cose? E la cosa andò avanti per tanto
 tempo, che il giovane sarto non ebbe più paura a tornare a casa di notte.















A CASA DI MAMMA GATTA








C'era una volta .....tanti e tanti anni fa...

Era un pomeriggio d'inverno, faceva molto freddo, e si vedevano i primi fiocchi di neve...
Giunta la sera mamma gatta preparò una tazza di latte caldo ai suoi piccoli e li spedì a
letto. Tutti andarono a dormire, anche mamma gatta..........Ma i gattini non riuscivano a
prendere sonno. Saltarono giù dai loro letti a castello e corsero alla finestra per vedere
i fiocchi di neve che cadevano giù dal cielo.
Era uno spettacolo, c'era neve dapperttutto, sugli alberi e sulla terra. Pian pianino ogni
cosa si nascondeva sotto la neve. Felici ed emozionati dissero: - domani giocheremo
a fare pupazzi di neve e capriole, così ci divertiremo molto. E ritornarono al calduccio
pensando al domani.
La mattina seguente, i gattini trovarono le finestre bloccate dalla neve. Mamma gatta
per poter guardare fuori, saltò sopra la credenza e davanti ai suoi occhi apparve una cosa
straordinaria. Tutto era bianco ! Le strade, i campi, gli alberi erano scomparsi, , ed era
tutto silenzioso. Ed allora mamma gatta, accese il fuoco nel camino e preparò una
minestrina bollente ai suoi gattini , che erano tutti infreddoliti per il gran freddo. I gattini 
 insieme alla loro mammina mangiarono la minestrina e si misero tutti vicino al camino
 giocando con un gomitolone di lana.
Mamma gatta  disse: - Oggi fa troppo freddo, meglio rimanere a casa!!! I gattini ubbidirono  e rimandarono la loro uscita sulla neve al giorno successivo  sperando che il tempo migliorasse.Intanto fuori nevicava ancora e loro non avendo niente da fare pensarono bene di schiacciare un piccolo pisolino vicino al camino.
Ed i gattini che cosa sognarono? - Di stare fuori e giocare a fare palle di neve e scivolando con una slitta sulla neve.







IL PASTORELLO E LA TARTARUGA SMARRITA




C'era una volta....... tanti e tanti anni fa.......
Un pastorello uscì di casa all'alba, con il suo mantello ed il suo bastone
per condurre il suo gregge a pascolare giù a valle, dove c'era più erba
tenera e fresca, In montagna la neve aveva seccato ogni filo d'erba e
le pecorelle non avevano di che mangiare.....
Il pastorello era quasi giunto a valle, quando udì uno strano fruscìo di
foglie. Si voltò e vide un fuoco, si avvicinò e si rese conto che una
taratarughina era stata avvolta dalle fiamme e  cercava
di uscirne fuori. Ed allora il pastorello con un colpo di bastone la salvò.
Spense il fuoco e disse: chi è costui che ha appiccato il fuoco? Certamente
non è una persona che ama la natura,pensò. La tartaruga, ringraziò tanto il suo
salvatore e poi disse: -  mi sono smarrita, portami dai miei genitori e
loro ti daranno una ricompensa. Il pastorello portò la piccola tartarughina,
ancora impaurita per l'accaduto, dai genitori.
Il padre tartaruga felice per aver ritrovato il suo figlioletto sano e salvo
disse: ti offriamo una sorpresa ,durante il tuo cammino di ritorno verso casa,
sicuramente di tuo gradimento.
Il pastorello verso sera, mentre attraversava un bosco, sentì un
usignolo cantare e le note erano: chi riuscirà a salire su questo grosso albero
troverà un tesoro e diventerà ricco. Il pastorello, in un primo momento
rimase stupito, ma poi pensando alle parole di padre tartaruga, decise di
salire sull'albero. Quando arrivò in cima trovò il tesoro e divenne l'uomo
più ricco del paese. Passati alcuni mesi il suo pensiero andò alla tartarughina
che aveva salvata dal fuoco ed a quella persona  incosciente ed ignara del danno
che poteva  fare sia all'ambiente che alla tartaruga.





LA PICCOLA MELINA .......E LA SUA DONNINA BUONA.....



C'era una volta.....tanti anni fa.........

Melina una bambina povera, i suoi genitori erano morti e lei era rimasta sola e abbandonata
da tutti. Era magrolina con capelli lunghi e biondi con una frangetta che gli cadeva sugli
occhi tristi e malinconici. Aveva un visino impaurito e smarrito.
- L'nverno era alle porte e lei non sapeva dove andare e che cosa fare per mangiare una
minestrina calda. Era scalza e  aveva una vestina tutta rattoppata e cercava di tirare
avanti chiedendo l'elemosina per strada. Ma era difficile , ogni passante faceva finta
di niente e frettoloso allungava il passo e se ne andava. La fame la tormentava e non sapendo
 che fare, scoraggiata, si avviò verso casa. E passando davanti alla panetteria  sentiva il profumino del pane e delle focaccie e gli faceva l'acquolina in bocca. In quel frattempo passò
 di lì un uomo, che tirava due carichi di carbone, era tutto sudato ed affannato, dall'apparenza sembrava buono. Melina un po' timorosa gli disse: mi fate la carità di darmi un soldo, chè sono
affamata? - Il carbonaio senza pietà rispose: te ne dò tre di soldi se m'aiuti a tirare fino
a casa uno di questi carichi di carbone!...
La bambina  che era così gracile, aveva tutta la buona volontà per aiutarlo, ma non riuscì
a tirare quel carico così pesante. - Il carbonaio aggiunse: peggio per te, perchè non ti posso
dare il soldo.
Così passò ancora, un altro mercante, che portava sulle spalle due sacchi di farina.
- E la poverina disse: buon uomo, mi fareste la carità di darmi un soldo, perchè mi sento
morire dalla fame? - Ed egli rispose: Certo, se mi aiuti a portare a casa uno di questi sacchi di farina io ti darò più di un soldo. Ma Melina non aveva la forza per portare un sacco così pesante sulle spalle, ed allora, piegò le spalle e se ne andò.
Si stava facendo quasi buio, quando, finalmente passò una brava donnina che portava due
caraffe di acqua. - E la bambina ebbe più coraggio per chederle un sorsetto d'acqua.
La donnina posò a terra le due caraffe d'acqua e le disse: bevi pure, bambina mia!
Melina, dopo che ebbe bevuto , con una mezza vocina disse: grazie di avermi dato da bere,
sono due giorni che non tocco un pezzo di pane. La brava e buona donna, sentendo queste
parole, ebbe pietà e le rispose: - se mi aiuti a portare a casa una di queste caraffe d'acqua,
ti darò una minestrina calda con un pezzo di pane. Così Melina aiutò la donna a portare
l'acqua fino a casa. Giunte a casa si sentiva un odorino fumeggiante di brodo e la bambina
si sedette a tavola , dove non mangiò, ma divorò tutto come un vortice. Dopo che la fame
si era calmata, alzò il capo e ringraziò tanto la sua benefattrice. La donna vedendo che era
una brava e bella bambina, pensò di farla rimanere a casa sua, perchè anche lei era sola
ed aveva bisogno di compagnia.Melina, piangendo per la gioia, si buttò al collo di quella donna così buona e l'abbracciò forte, forte e  le disse: Ho pianto tanto, ho sofferto tanto, vi prego non mi fate piangere più. E così la donna  preparò dell'acqua calda nella tinozza e le fece un bagno caldo e preparò un lettino tutto per lei. Quella donna divenne la sua mamma adottiva. Nella vita non bisogna mai disperare, perchè prima o poi arriverà qualcuno in tuo soccorso.
Questa è la storiella di Melina e come lei tanti bambini ancora adesso hanno bisogno di
affetto  e di amore.








IL CIABATTINO ED I SUOI FOLLETTI
C'era una volta .......... tanti e tanti anni fa........
Un ciabattino molto povero,  non aveva nemmeno i soldi per comprare
un pezzo di cuoio per fare un paio di scarpe.Un giorno, rovistando dentro ad una cassapanca,
dove aveva tutti i suoi attrezzi da lavoro trovò un pezzo di cuoio ed egli, in quel momento,
ringraziò Dio e disse: ora posso fare  un paio di scarpine e venderle. Con le forbici tagliò
il cuoio e preparò il filo e l'ago per cucire, ma ormai si era fatto tardi e disse:
" Le finirò domani con calma" e se ne andò a letto.
La mattina seguente si alzò per mettersi al lavoro, ma trovò una bella sorpresa!
Spalancò gli occhi  meravigliato perchè le scarpine erano già tutte belle pronte!
E le vendette subito, con quei soldi comprò abbastanza cuoio per fare tre paia di
scarpe. Incominciò a tagliare il cuoio , ma si fece tardi, preparò tutto quello che
occorreva e come il giorno prima disse: E' tardi , sono stanco, le finirò domani, e
se ne andò a dormire.
All'indomani mattina ecco che rimase più sbalordito di prima, perchè trovò di
nuovo le scarpe tutte belle pronte ed infiocchettate.Così ben preparate le vendette
subito a dei passanti, e con quei soldi comprò altro cuoio per altre cinque paia di scarpine.
Anche questa volta le scarpine erano pronte. E la cosa  continuò per giorni e giorni fino
a quando il ciabattino decise di stare sveglio tutta la notte per vedere chi era
che lavorava così bene  per lui .
A Mezzanotte  arrivarano due folletti, vestiti con giacchine e pantaloni verdi e due cappellini rossi e con scarpine di peluche rosse a punta.
Erano così graziosi e belli, lui con gli occhietti vispi e neri e lei con le treccine bionde ed
il nasino all'insù. Con ago, forbici e filo si misero a lavoro ed  in un battibaleno le
 scarpe erano  pronte.
Il ciabattino , stupito di tutto ciò, pensò a come ringraziarli e pensando,pensando alla fine 
arrivò ad una conclusione , di preparargli due paia di stivaletti. 
Di buon mattino si mise a lavorare e con filo e ago , non si fermò  mai tutto il giorno.
Per la sera gli stivaletti erano pronti, felice e soddisfatto pensò di scrivere anche un
bigliettino con poche parole ma dolci ed affettuose.
Mise sul tavolo gli stivaletti  e vicino il bigliettino con scritto:
Vi ringrazio di cuore per tutto quello che avete fatto per me, siete stati magnifici!
 E se ne andò a dormire.
A mezzanotte arrivarono i folletti. Felici,  provarono gli stivaletti  e si misero a ridere ed  a scherzare e poi dissero: con questi stivaletti potremo girare il mondo e conoscere
tanta altra gente; ma  furono ancora più contenti ed emozionati per le parole scritte dal ciabattino.
Gli lasciarono come ricordo i loro piccoli attrezzi magici , sparirono e non si videro mai più.
Intanto, il ciabattino, divenne famoso e ricco e sposò la figlia del sindaco di quel paese.
E vissero felici e contenti!



LA PRINCIPESSINA E I SUOI DUBBI





C'era una volta...........
In un grande castello, in cima ad una montagna viveva una principessina con i suoi
genitori. Una bella mattina si guardò allo specchio e vide che era una bella fanciulla
e pensò: " è arrivato il momento di diventare grande!"
- E si chiese: ma come si fa a diventare grande?
- Forse dovrei comportarmi in modo diverso?
- E allora, avvolta da questi dubbi andò dalla mamma e le chiese: mamma, per diventare
grande come si deve essere?
- E la mamma rispose: devi essere gentile, educata, figlia mia!
- Decise di fare la stessa domanda anche al papà . - Ed egli rispose: Affettuosa, come
la mamma. Non convinta passò la domanda al Generale che gli rispose: coraggiosa ed
intrapendente ed aggiunse il cuoco, che si trovò lì per caso: dolce e comprensiva!
La principessina rimase un po' turbata e pensò: essere grande è veramente complicato?
- Meglio rimanere bambina.
Dopo alcuni giorni, nella sua camera udì una vocina, venire dalla sua finestra, si avvicinò
per vedere chi fosse. Era una coccinella tutta colorata di rosso con puntini neri che gli
disse: parlerò con te se mi prometti che sarai mia amica!
Certo, che sarò tua amica- rispose la principessina tutta contenta.
Poi disse: ho un dubbio - Quale- rispose la coccinella.
- E' veramente così complicato essere grande? replicò la principessina.
-Non tormentarti, gli disse la coccinella. la cosa migliore da fare è leggere tanti libri,
ed essere brava a capire giorno per giorno le cose buone e quelle cattive, insieme
ai tuoi genitori e solo così potrai fare esperienza della vita.
- La coccinella aveva proprio ragione, era proprio così e per la principessina fu la
sua musa ispiratrice. - Da allora la bella principessa si dedicò alla lettura ed allo studio
superando tutti i suoi dubbi.
Incontrò il suo principe azzurro e lo sposò e diventò mamma di una bellissima bimba.
E così vissero felici e contenti!!!!







IL FOLLETTO ED IL CONTADINO

C'era una volta............tanti anni fa...........
Un contadino che si chiamava Geppy ed il suo figlioletto Gimpy, vivevano in una
graziosa casetta ai pendii della montagna.
Gimpy era un bambino vispo con gli occhioni neri e la sua giornata l'ha trascorreva
aiutando il papà nei suoi lavori dei campi e nel tempo libero giocava con le caprette
ed il suo cane Jolly. Mi sembrava che tutto filava liscio, quando un giorno d'autunno,
di buon  mattino, al papà di Gimpy, gli apparve un omino magico ed astuto, vestito
di verde con un grande cappello in testa con pipa e bastone.  Era un  folletto  buono
 che  saltellando di qua e di là facendo delle capriole, fece perdere l'equilibrio al povero  
uomo che si trovò a terra, disteso senza accorgersene . Il folletto gli si avvicinò e
gli disse:il tuo figliolo è ormai grandicello ed è giusto che frequenti una scuola!
- Ed alzando un po' la voce disse: - non te ne pentirai !
Il contadino un po' stordito e colto di sorpresa rispose: -  E' vero , però da queste parti
non vi è una scuola? Come posso fare?
- Ed il folletto, sempre gironzolandogli intorno, disse: - vedi che poco lontano da qui
c'è il collegio di Albachiara dove vanno tutti i bambini perbene ed ubbidienti a
studiare! Detto questo sparì.
Il contadino tutto il giorno non fece altro che pensare a quello che il folletto gli
aveva detto. Si faceva i conti per vedere se poteva pagare il collegio.
Non dormì tutta la notte, all'alba si alzò e chi si vede apparire? - di nuovo il
folletto che gli dice di preparare presto la valigia a Gimpy e di condurlo  subito
al collegio, perchè le lezioni già stavano iniziando. E poi aggiunse: ti darò io 
l'aiuto  nel tuo lavoro e poi sparì.
- E così il contadino Geppy svegliò Gimpy, il figlioletto,ed  abbracciandolo teneramnte
 gli disse:
-  preparati che stamattina ti accompagno a scuola, così  diventerai un bambino
- studioso ed intelligente.
- Gimpy che era un bambino laborioso ed ubbidiente apprese la notizia con entusiamo,
ed in un battibaleno si vestì ed insieme al padre si mise in cammino  per andare in
collegio ad Albachiara.
.
Per le feste di Napate, il papà andò a riprenderlo in Collegio.
Al ritorno era quasi buio e c'era una bella luna piena che sorrideva in cielo.
Il fanciullo camminava insieme al padre, mano nella mano, erano quasi giunti a
casa quando Gimpy si fermò e guardando la luna disse: . Papà, questa è la stessa
luna di Albachiara! Il papà sorridendo sotto i baffi e soddisfatto annuì.- E pensò:
ho speso bene i miei soldi !
La morale è : che ogni bambino perbene ed ubbidiente va volentiere a  scuola e
da soddisfazione ai propri genitori.







IL TESORO DELLA NONNA


C'era una volta tanti anni fa.............................................

Una graziosa casetta, abitata da un'ardita nonnina. Di consueto, ogni settimana, di
martedì, si recava al mercato, di un paesino vicino per fare un po' di provvista.
Ed incontrava tante persone ed amiche e soleva scambiare qualche chiacchera.
Era una signora anziana, molto attiva e cercava di aiutare a chi ne aveva bisogno,
dovuto al fatto che viveva da sola e cercava di rendere  la giornata più movimentata.
Ma un giorno, di buon mattino, udì il rumore delle ruote di una carrozza, fermarsi davanti



alla sua casetta.
Dai vetri della sua finestra, intravide una bellissima fanciulla, con riccioli d'oro e occhioni
neri. Era la sua nipotina, Gisella, che era andata a stare un po' da lei .
La gioia della nonna fu immensa, abbracciò la sua adorata nipotina con tannto amore.
Quella settimana, come di abitudine si recò al mercato di buon mattino! -
Lasciò a casa, Gisella, a dormire. E chiacchierando con una sua amica diceva: io, a casa
ho un grande tesoro! Quattro ladruncoli udirono questa parole e, presto fatto, decisero
di andare alla sua casetta prima che lei arrivasse, per rubare questo grande tesoro.
Giunti alla casa, aprono la toppa  con un cacciavite ed entrano.
Rovistano  dappertutto, mentre la piccola dormiva,ma del tesoro nemmeno l'ombra.
Amareggiati e stanchi, andarono via. Per la stradina di campagna, incontrarono la nonnina
che allegramente tornava a casa, per preparare la colazione alla sua nipotina.
Si avvicinarono e le chiesero: ma dove avete nascosto il grande tesoro?
E la nonnina scoppiò in una grande risata e rispose: Ma il mio grande tesoro è la
mia nipotina che è venuta a trovarmi!
La morale è : che  il tesoro non è quello materiale ma quello affettivo.






IL VOLPONE E LA COLOMBELLA ASTUTA


Tanti anni fa............................
Un volpone vide in un cortile di una fattoria, una bella pollastrella rossiccia, gli venne
l'acquolina in bocca.
Corse  subito a casa e disse alla moglie volpe di mettere sul fuoco una grande pentola,
perchè , presto, gli avrebbe portato un bel bocconcino da cucinare a puntino.
Tornò all'aia e catturò la poveretta che si trovò, all'improvviso, chiusa in un sacco di tela,
e non potè nemmeno chiedere aiuto.
Per fortuna, una colomba maliziosa e sua amica, si era accorta di tutto e per salvarla
dalle grinfie del furbastro, finse di avere un'ala rotta, facendo piccoli saltelli lungo la
stradina. Il volpone, ingordo, vedendola, si rallegrò, perchè pensò di avere il pasto pure
per la sera. Come si suol dire:pensò di aver preso due piccioni con una fava.
Adagiò a terra il sacco, e piano, piano cercò ,senza far finta di niente, di avvicinarsi
alla colomba, che molto astuta saltava sempre più lontano.
Intanto la pollastrella riuscì ad uscire dal sacco e al suo posto mise un grosso sasso
e scappò via.
Così la colombella visto che la sua amica era in salvo, volo via anch'essa.
Il volpone,un po' amareggiato, tornò indietro, si caricò il sacco sulla spalla e riprese
la strada di casa.
Giunto, stanco e col fiatone, rovesciò, senza esitare, il sacco nella pentola con l'acqua
bollente, ma il sasso caduto con forza, fece schizzare l'acqua e ustionò il povero
volpone, che rimase addolorato  ed a bocca asciutta.
La morale è:  chi troppo vuole niente afferra. A volte bisogna accontentarsi di quello
che si ha.


L'UOMO FELICE NON AVEVA LA CAMICIA!





Tanti anni fa.............................!
C'era un giovane principe, in un bel castello, sopra una collinetta, biondo con gli occhi azzurri,
ma pur avendo tutto dalla vita, era sempre triste e pensieroso. Il padre, un vecchio re, stanco di
vederlo, ai suoi occhi, così infelice, gli chiese: Perchè, figlio mio sei così malinconico?

Egli rispose : Non so padre che mi succede !  Ho tutto quello che desidero, eppure sono triste.
Allora, il padre preoccupatosi ancora di più, chiamò alla sua corte tutti i sapienti e gli scienziati
del regno, per studiare il giovane principino, e trovare una soluzione per far ritornare il sorriso e
l'allegria sul suo viso. Dopo averlo visitato, si ritirano per tre giorni per consultarsi e pensare.
Al quarto giorno si presentarono a corte , davanti al re e dissero: Abbiamo guardato le stelle e
le abbiamo consultate ; vostro figlio per guarire dovrebbe indossare la camicia dell'uomo più
contento del regno.
Il re diede disposizione ai suoi servi ed alle sue guardie di trovare un uomo che fosse felice e
condurlo al palazzo del re.
Una mattina un servo udì da lontano un fischettìo allegro di un piffero, ed allora, si avvicinò per
vedere chi fosse....! E vide, un giovane seduto ai piedi di un grosso albero, che suonava con
grande gioia e voglia di vivere. Il servo  entusiasta, si avvicinò di più per chiedergli la sua camicia.
Ma l'uomo felice non aveva la camicia.
La morale della favola è: che i soldi non fanno la felicità, ma aiutano. La vera felicità è di chi si
accontenta di quello che ha.

Leggere  è bello, anche piccoli racconti!

Rifletti e rispondi: Aspetto una tua riflessione.............



P.S.
Alcune delle foto presenti su questo blog sono state trovate su internet, se qualcuno
si ritenesse danneggiato, può contattarmi e chiedere la rimozione.
Tutte le foto  ed i testi presenti in questo blog sono di mia proprietà. Senza una mia
autorizzazione, nessuno è tenuto ha prelevare i testi e le foto.




Grazie per aver visitato il mio blog, e vi invito a venirmi a trovare quotidianamente,
perchè troverete sempre qualcosa di nuovo e di importante . Vi aspetto!!

5 commenti:

  1. ma sono famosi???o sono inventati??

    RispondiElimina
  2. Chi li ha scritti?avete racconti fantastici in prima persona?aiutooo!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' solo frutto della mia fantasia.Purtroppo è un periodo che
      mi sto dedicando al giardinaggio, proprio ieri ho seminato i
      fagiolini e quindi ho poco tempo per scrivere sia i racconti
      che le ricette di cucina. Ma troverò il tempo per scrivere passo per passo tutti i lavori e i raccolti che faccio nel mio piccolo orticello e chissà se posso trarre qualche racconto fantastico. Ciao a presto! Lisa

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    2. E' solo frutto della mia fantasia.Purtroppo è un periodo che
      mi sto dedicando al giardinaggio, proprio ieri ho seminato i
      fagiolini e quindi ho poco tempo per scrivere sia i racconti
      che le ricette di cucina. Ma troverò il tempo per scrivere passo per passo tutti i lavori e i raccolti che faccio nel mio piccolo orticello e chissà se posso trarre qualche racconto fantastico. Ciao a presto! Lisa

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